domenica 23 settembre 2007

Ingresso sui Sentieri Erranti

I sentieri erranti non sono vicoli ciechi che non conducono in alcun luogo. I sentieri erranti sono cammini che si perdono nella foresta, nel suo fitto sottobosco, e che smarrendosi, in realtà, si trovano. Trovarsi errando è il nostro compito. Una volta capito che l'erramento è l'unico modo del cammino, l'unica via per sfuggire alla logica della non-contraddizione, alla logica che sottende tutte le logiche metafisico-economiche del nostro tempo, ebbene, a quel punto saremo davvero pronti per metterci in viaggio. Come siamo certi, però, del nostro essere-per-la-morte, allo stesso modo dobbiamo aver la certezza che, imboccati i sentieri erranti, non troveremo se non la foresta, il fitto fogliame boschivo abitato da altri. E una volta smarriti, saremo arrivati. Tuttavia non sapremo mai di essere giunti come non sapremo mai di essere davvero smarriti. Non ci resta che partire e seguire quei sentieri che sappiamo interrotti e che, caparbiamente, seguiamo proprio in quanto interrotti.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao bu'...visto che sono venuta a visitarti? che fatica seguire le tue logiche contorte...però... Non mi permetterò dunque arditi ed azzardati commenti filosofici...non è mestier mio...ma di cammino e di sentieri erranti ormai ne so davvero molto...

Anonimo ha detto...

Certo sono erranti i sentieri che non portano in nessun luogo; che non negano nessun luogo a favore di un altro e così si e ci mantengono nel luogo cui già appartengono e apparteniamo; che, ontro ogni tirania metafisica della non-contraddizione, errando e facendoci errabondi, così permettono di incontrarci e ritrovarci. Ma proprio in quanto erranti e senza destinazione, non escludono la posibilità di valicare, seguendone la traccia anche dopo il loro estinguersi, i confini della selva intricata. Non sappiamo dove conducono: se si perdono all'interno di un bosco da cui è impossibile fuoriuscire; se conducono a una radura che non occlude allo sguardo al cielo stellato, a un abisso o alla nuda pietra priva di vegetazione. L'indecisione, l'impossibilità di anticipare e il non-sapere sono qui assoluti.